Dario Canaccini

  di Dario Canaccini La primavera è alle porte e, comunque, con le temperature miti degli ultimi inverni non è raro incontrare serpenti e serpentelli quando camminiamo in campagna o nel bosco anche fuori stagione. Tali serpentelli, quando li incontriamo, generalmente sono un po’ intontiti dal freddo e si muovono poco (quando sono belli caldi e attivi generalmente scappano così velocemente che nemmeno li vediamo), quindi comportiamoci bene e cerchiamo di non danneggiare questi animaletti che sono utilissimi e protetti dalla legge. Per aiutarvi a sopravvivere a queste odiatissime bestioline vi dirò innanzitutto le differenze di alcuni di loro che abbiamo rinvenuto sulle Colline Livornesi (maContinua a leggere…

di Dario Canaccini e Gabriele Romanacci Molti toponimi delle colline livornesi sembrano inventati da un buontempone ubriacone che cerca in tutti i modi di confonderci. Abbiamo il Monte Maggiore (454 m slm) che non è il monte più alto (la collina più alta è Poggio Lecceta 462 m slm), abbiamo il Rio Savolano che è da tutt’altra parte rispetto alla località Savalano, così come il Botro ai Loti è a Parrana e non a Loti, e soprattutto abbiamo Valle Benedetta, un paese grazioso che, invece di essere in fondo a una valle, è il paese più alto delle colline. Accanto a Valle Benedetta però unaContinua a leggere…

di Dario Canaccini Abbiamo meraviglie sul nostro territorio che non molti conoscono, una di queste è l’acquedotto del Poccianti e ancor più quelle parti dell’acquedotto che per qualche mistero di rimozione collettiva sono rimaste un po’ nell’ombra rispetto alle più famose sorgenti. Una di queste sono le sue arcate più alte, le arcate sul Rio Corbaia o Botro dei Mulinacci come riportato sul catasto leopoldino, anche l’incertezza dei toponimi non rende merito alla particolarità del luogo. Le arcate che qui si trovano sono alte più di 20 metri, scavalcano il torrente e la stretta valle. La prima volta che ci venni, per caso, cercavo quelleContinua a leggere…

di Dario Canaccini C’è lupo e lupo, quello peloso, un po’ furtivo che in pochi vedono, e poi c’è quello più famoso di carta, dalla dimensione variabile, a volte crudele e sanguinario e a volte bonaccione, col dono dell’ubiquità, che quando avrà più fame diventerà pericoloso per l’uomo, il lupo che (ahimè) appassiona di più, divide in partiti e sposta voti. Quando facciamo le presentazioni sul lupo, nelle scuole, fra la gente, spieghiamo che il lupo è una specie chiave, una specie bandiera, una specie ombrello e tante altre belle cose, ma il lupo è sempre di più quella che io definirei una specie politica.Continua a leggere…

E’ di stamani l’articolo del Tirreno, nella cronaca di Follonica, di un fotografo naturalista che fotografa lupi. Fin qui niente di male, il lupo è un animale presente nei nostri boschi già da un bel po’ ormai, ritornato in maniera naturale dopo aver rasentato il rischio di estinzione…Continua a leggere…